Intervista a
Mirko DeFox: La Ricetta per una Scena Metal che Non Arranchi Più
Dalle
cantine ai club: l’analisi spietata ma costruttiva di un produttore, promoter e
artista storico. Perché la validità musicale non basta più e come costruire un
ecosistema sostenibile per il rock e il metal italiano.
Intro: La scena rock e
metal italiana è un gigante dormiente, ricca di talento puro ma spesso
intrappolata in un circolo vizioso fatto di poche opportunità, cachet irrisori
e band che faticano a fare il salto di qualità. Per smuovere le acque, abbiamo
intervistato Mirko
DeFox, una voce fuori dal coro con oltre tre decenni di
esperienza sul campo come artista (X-Hero, Axe Hero, Blondiefox), produttore
(DeFox Records, Heart Of Steel Records), promoter (Archivio Nazionale Letterario, Artisti No Limits), divulgatore e comunicazione (Rockitaly, MusicaFollia, Best Star Magazine...) e
creativo (Dvlgator Bureau). La sua missione: offrire una guida pratica, senza
sconti, per musicisti e organizzatori.
X-Hero
Staff: Mirko, partiamo
dal malcontento più diffuso: molte band, soprattutto emergenti, si lamentano
della mancanza di palcoscenici e della riluttanza degli organizzatori a
pagarle. Cosa non funziona in questo rapporto?
Mirko DeFox: Il problema è
alla radice: un clamoroso fraintendimento delle aspettative. Da una parte,
l’organizzatore è un imprenditore che deve coprire costi fissi altissimi:
affitto, SIAE, personale, bollette. Dall’altra, la band, spesso, si considera
un’entità artistica a cui spetta di diritto un compenso. Il punto di collisione
è qui: il compenso non è un diritto, ma la conseguenza di un valore dimostrato.
Se una band non ha un seguito, non si promuove, non cura la sua immagine, per
il locale è un puro rischio economico. Perché dovrebbe pagare 200 euro una band
che porta 10 persone? Il business, purtroppo o per fortuna, è business. La
passione non paga le bollette del locale.
Staff: Quindi, la
colpa è principalmente delle band che non sono abbastanza professionali?
M.D.: Non userei la
parola "colpa", è controproducente. Parlo di mancanza di consapevolezza.
Essere una band oggi significa essere una piccola impresa. Il talento musicale
è il requisito base, il punto di partenza, non il traguardo. Quello che manca è
la visione d’insieme. Una band è un prodotto a
360 gradi: la musica, il look, le foto professionali, la biografia, la presenza
scenica, la capacità di comunicare sui social e, fondamentale, la capacità di
costruire un pubblico. Se manca anche solo uno di questi tasselli, il prodotto
è incompleto e nessun imprenditore – che è l’organizzatore – investirà su di
esso.
Mirko e Dire Straits
Staff: Parliamo
proprio di questo. Quali sono, in concreto, i passi che una band
emergente deve fare
prima anche solo di pensare a chiedere un cachet?
M.D.: Ecco una
checklist pratica, la stessa che uso quando valuto un progetto per le mie etichette:
1.
Materiale Professionale: EPK (Electronic Press Kit)
impeccabile. Non una mail con due foto sgranate. Serve una bio scritta bene,
foto ad alta risoluzione, link a video live di qualità, almeno un brano ben
registrato. È il vostro biglietto da visita.
2.
Presenza Online Attiva e Coerente: Social network
non abbandonati. Pagina Facebook, Instagram, canale YouTube aggiornati con
contenuti interessanti: non solo "venite al concerto", ma dietro le
quinte, clip dalle prove, presentazioni dei membri. Create una community, non
un monologo.
3.
Investire sul Live… Promozionali (All’Inizio): Le prime serate
servono per farsi le ossa. Accettate serate a ingresso condiviso o a cachet
zero, ma solo se il locale fa promozione. Usate quelle serate per testare il
materiale, imparare a gestire il palco e, soprattutto, per raccogliere contatti email e
vendere merchandising.
Staff: Proprio sul
merchandising: quanto è cruciale?
M.D.: Vitale. È il
termometro del vostro appeal e una piccola fonte di autofinanziamento. Una
maglietta venduta non è solo 15 euro nella cassa della band; è un fan che
diventa un messaggero del vostro brand. Curate design di qualità, offrite
prodotti a varie fasce di prezzo (dalla spilla da 3€ alla felpa da 50€).
Mostrare a un organizzatore di aver venduto 20 magliette in un locale è un
argomento di negoziazione più potente di qualsiasi discorso.
Staff: E gli
organizzatori? Hanno delle responsabilità in questa situazione di stallo?
M.D.: Assolutamente
sì. L’organizzatore illuminato non è un semplice "riempitore di
serate". Dovrebbe essere un curatore
della scena locale. Il suo ruolo non è sfruttare la domanda
infinita di band offrendo cachet da fame. Il suo ruolo è selezionare band
valide (anche se ancora acerbe) e creare
un evento. Promuovere la serata in modo serio, creare line up
coerenti, offrire alle band un sound adeguato e un trattamento dignitoso. Un
locale che si costruisce una reputazione come fucina di talenti avrà sempre il
pubblico dei veri appassionati, che è la base di tutto. È un investimento a
medio termine.
Staff: Un'altra
domanda, Mirko. Qual è la tua visione per una scena metal italiana più sana e
credibile?
M.D.: La mia visione
si basa su una parola: ecosistema.
Band, organizzatori, producer, media e pubblico devono remare nella stessa
direzione.
·
Le band devono smettere di pretendere e iniziare a professionalizzarsi. Costituirsi come associazione
culturale è un primo passo formale importantissimo per dare alla propria band
un connotato legale e formale.
Staff: Puoi spiegarci
perché è così cruciale e, praticamente, quali vantaggi porta?
M.D.: Certamente.
Andare in un comune e costituire un'Associazione Culturale no-profit (o altra
forma giuridica semplice) non è burocrazia fine a sé stessa. È un cambio di
mentalità che si traduce in vantaggi concreti e immediati:
1.
Serietà agli Occhi degli Altri: Presentarvi a
un locale, a un ente o a un potenziale sponsor come "Associazione
Culturale [Nome Band]" invece che come "Gruppo di quattro amici"
cambia completamente la percezione. Siete un'interlocutore affidabile, con una
Partita IVA o un codice fiscale, a cui si può emettere una fattura. Questo, da
solo, vi fa saltare diversi gradini nella considerazione altrui.
2.
Gestione Trasparente dei Soldi: Aprire un conto
corrente intestato all'Associazione permette di gestire in modo trasparente gli
incassi dei concerti, le vendite di merchandising e le spese (noleggio prove,
attrezzatura, etc.). Tutto è tracciato. Quando chiedete un cachet, lo fate a
nome di un'entità legale, non per "pagare le birre".
3.
Accesso a Fondi e Bandi: Questo è forse il vantaggio più
sottovalutato. Come associazione culturale, avete il diritto di partecipare a
bandi comunali, regionali o europei per il finanziamento di eventi,
ristrutturazione di spazi prove, o produzione di dischi. Sono soldi pubblici
destinati alla cultura, a cui un gruppo informale non può nemmeno aspirare.
4.
Protezione Legale: In caso di controversie (con un locale che non paga, con
un fornitore, etc.), è l'Associazione a essere il soggetto legale, proteggendo
in parte il patrimonio personale dei singoli membri.
È il gesto più chiaro
con cui una band dice a sé stessa e al mondo: "Noi ci prendiamo sul
serio". È il primo, vero investimento non monetario che segna il
passaggio da hobby a progetto.
Staff: Quindi,
ricapitolando per le band in ascolto?
M.D.: Esatto.
Riassumo i passi concreti:
1.
Fondate un'Associazione Culturale. È la vostra
"società".
2.
Investite in un EPK professionale. È il vostro
biglietto da visita.
3.
Trattate il merchandising come una linea di business, non un gadget.
4.
Costruite un pubblico reale, non solo follower online.
5.
Approcciatevi agli organizzatori con questa professionalità, proponendo non
solo il vostro sound, ma il vostro progetto e
la vostra capacità di promuovere un evento.
La scena metal ha la forza della
passione. Dobbiamo solo affiancarle la disciplina del business e la
lungimiranza della comunità. Il talento c'è. Ora serve la strategia per farlo
emergere.
Axe Hero
Staff: Mirko, abbiamo
parlato di professionalità, associazioni, merchandising. Ma non dobbiamo
dimenticare il cuore di tutto: la musica. Quanto è importante, nella tua
esperienza, la qualità del prodotto artistico stesso?
M.D.: È tutto. È il
fondamento su cui si costruisce ogni cosa. Tutti i discorsi che abbiamo fatto
finora – la professionalità, il marketing, il merchandising – sono il moltiplicatore di forza di
un prodotto artistico valido. Ma se il prodotto è debole, non c'è
moltiplicatore che tenga. Puoi avere la maglietta più bella del mondo, l'EPK
perfetto ed essere un'associazione costituita, ma se le tue canzoni non
convincono, è tutto tempo e denaro sprecati.
Staff: Cosa intendi,
nello specifico, per "prodotto artistico valido" per una band rock o
metal?
M.D.: Intendo tre
livelli, che sono una scala di priorità assoluta:
1.
Le Canzoni. Prima di tutto. Devono essere ben strutturate, memorabili e
oneste. Un riff potente è inutile se non sostiene una canzone.
Un assolo tecnico è noioso se non serve all'emozione del brano. La canzone deve
resistere anche suonata in acustico. È la spina dorsale.
2.
La Registrazione (Il CD, il File, l'Album). Questo è il
punto su cui, come producer, mi infervoro. Oggi, con la tecnologia accessibile,
tutti possono registrare. Ma "registrare" non significa
"produrre". Un missaggio
e un mastering professionali non sono un lusso, sono
un investimento
obbligatorio. È l'unico modo per competere nel mercato globale.
Un suono scarabo, poco definito, con le batterie che sembrano lattine, uccide
sul nascere anche la canzone migliore. Il vostro disco è il vostro biglietto da
visita sonoro.
Deve colpire allo stomaco e al cuore come fareste dal vivo, se non di più.
3.
La Coerenza Artistica. L'album, inteso come insieme di
brani, deve avere una sua identità. Non deve essere una collezione casuale di
pezzi. Deve raccontare qualcosa, deve avere un filo conduttore, un'atmosfera. È
quello che trasforma un gruppo di canzoni in un disco, in un'opera.
Staff: Quindi, qual è
la sequenza corretta di investimento per una band?
M.D.: La sequenza
ideale, e spesso trascurata, è questa:
1. Scrivere e
arrangiare canzoni forti. Spendete mesi, se necessario.
Testatele dal vivo. Affinatele.
2. INVESTIRE in una
registrazione, missaggio e mastering di QUALITÀ. Questo è
il vostro primo, vero, grande investimento. Tagliate su tutto il resto, ma non
qui. È meglio avere un EP di 4 brani con un suono stratosferico che un album di
12 tracce con un suono che fa pena.
3. Una volta che
avete in mano un prodotto sonoro di cui andate fieri, allora, e solo allora,
parte il moltiplicatore: il merchandising con la grafica
che richiama l'atmosfera del disco, l'EPK che linka a brani di alta qualità, la
promozione che ha qualcosa di concreto da promuovere.
Senza un prodotto musicale solido, si
costruisce su sabbia. Con un disco potente tra le mani, tutto il resto – i
cachet, il pubblico, la credibilità – diventa non solo più facile da ottenere,
ma meritato.
Mirko e Monte Melnick manager dei Ramones
Pay-to-Play e Opener per Nomi Famosi: Investimento o Fregatura?
Staff: Mirko,
un'ultimissima domanda. Come vedi il fenomeno del "pay-to-play" (dove
la band paga per suonare) e, in generale, l'opportunità di aprire i concerti di
nomi famosi? È un investimento proficuo?
M.D.: Questa è una
delle questioni più spinose. La risposta non è un sì o un no netto, ma un "dipende
dalle condizioni". Dobbiamo separare due concetti spesso mischiati:
il pay-to-play vero e proprio e l'investimento in una
serata importante.
1. Il PAY-TO-PLAY VERO
E PROPRIO: QUASI SEMPRE UNA TRUFFA
Il
"pay-to-play" nella sua forma più pura è quando un promoter vi
obbliga a comprare un blocco di biglietti a un prezzo scontato (es. 50
biglietti da 15€ l'uno) per rivenderli voi, assumendovi tutto il rischio. Se
non li vendete, ci rimettete dei soldi.
·
La Mia Posizione: È una pratica tossica e da
evitare come la peste.
·
Perché?
o
Falsità: Vi trasforma da artisti in
venditori ambulanti. L'attenzione si sposta dalla musica all'ansia di vendere
biglietti agli amici e parenti.
o
Nessuna Selezione Artistica: Il promoter non
sceglie la band per la sua qualità, ma per la sua capacità di vendere
biglietti. Una band mediocre con 100 amici disposti a pagare avrà la meglio su
una band talentuosa ma con una rete sociale più piccola.
o
Danno alla Scena: Sminuisce il valore della musica e
crea un circolo vizioso di sfruttamento.
2. APRIRE PER UN NOME
FAMOSO: L'INVESTIMENTO (Se Fatto Bene)
Quando parliamo di
essere "opener" (band spalla) per un artista affermato, il discorso
cambia radicalmente. Qui non si paga per suonare, ma si investe in
un'opportunità di visibilità unica. La domanda giusta non è "quanto mi
costa?", ma "che ritorno ho su questo investimento?".
Ecco cosa puoi
ottenere, se gestito in modo professionale:
A) Visibilità e
Credibilità (Il Guadagno Principale)
·
Pubblico Nuovo e Ricettivo: Suonate di
fronte a un pubblico che non vi conosce, ma che è lì perché ama il vostro
stesso genere. È un target perfetto.
·
Associazione d'Immagine: Essere sul
stesso palco di un nome affermato dà immediatamente credibilità. Potrete
scrivere per sempre nel vostro CV: "Apertura per [Nome Artista
Famoso]".
·
Attenzione dei Media: I media che
seguono l'artista principale potrebbero notarvi.
B) Vendita di
Merchandising (Il Ritorno Economico Diretto)
·
Posizionamento Strategico: È FONDAMENTALE che
nel contratto sia esplicitamente previsto che abbiate il VOSTRO banchetto
merchandising in un punto di passaggio obbligato del locale.
·
Potenziale Altissimo: Un pubblico di
500-1000 persone, già caldo per il genere, è il luogo ideale per vendite record
di magliette, CD e spille. Un solo concerto del genere può fruttare in
merch quello che di solito vendete in 10 serate normali. Questo da
solo può ripagare l'investimento iniziale.
C) Esperienza Inestimabile
·
Palco Professionale: Suonare su un palco grande, con un
sound system di alto livello e una crew tecnica professionale è un'esperienza
formativa che accelera la crescita della band.
·
Watch and Learn: Osservare da vicino come una band
di professionisti gestisce le prove, il soundcheck, i rapporti con la crew e lo
spettacolo è una lezione gratuita e preziosissima.
La Checklist per un Investimento Profittevole
Prima di accettare,
ponetevi queste domande:
1. Costo/Beneficio: Qual è il costo
totale (eventuale cachet negativo, trasporto, etc.)? Le potenziali vendite di
merch e la visibilità lo giustificano?
2. Condizioni Chiare: C'è un
contratto? Il banchetto merch è garantito? Avremo un soundcheck dedicato?
Saremo citati nella promozione?
3. Affinità di Genere: Il pubblico
dell'artista principale è il nostro pubblico potenziale?
Aprire un concerto folk per una band death metal è inutile.
4. Siamo Pronti? Abbiamo un set
di 20-30 minuti super collaudato, un merch di qualità e l'atteggiamento giusto
per conquistare un pubblico freddo e/o disinteressato?
In Conclusione:
·
Evitate come la peste il pay-to-play
classico.
·
Valutate come un investimento aziendale l'opportunità di
aprire un concerto importante. Se i numeri e le condizioni tornano, e se la
band è pronta a sfruttare al massimo l'occasione, può essere la mossa
più intelligente che possiate fare per fare il salto di qualità. Non
si paga per suonare, si investe per crescere.
GRAZIE Mirko per questa bella chiacchierata e per gli approfondimenti e suggerimenti, siamo certi che molte band ti potranno essere grate!
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